mercoledì 28 maggio 2014

Clafoutis di ciliegie

Il clafoutis è un dessert originario del Limousin, regione francese situata a grandi linee tra Lione e Bordeaux; il suo nome deriva dall'occitano clafotis, dal verbo "clafir" che significa riempire, ed è un dolce composto in origine da una pastella e da ciliegie nere.

Fa parte di quei dessert che io colloco nella categoria “salvavita”: hanno il diritto di ingresso nel gruppo tutti i dessert che prevedono una rapida esecuzione unita ad una grande soddisfazione, sia dell'esecutore che del fruitore.

fruitore [frui-tó-re] agg. e s.m. (pl. m. -ri; f. -trìce, pl. -ci)
1 Che, chi fruisce di qualcosa ‖ Consumatore ‖ Utente
2 Destinatario di un'opera d'arte.

Ecco, la seconda definizione la trovo appropriata. Perché il clafoutis, nella sua semplicità, è un'opera d'arte, che può essere declinata in tantissime versioni, fino a diventare intrigante.
Inoltre richiede non più di 20 minuti di realizzazione, potete anche preparare la pastella il giorno prima e tenerla in frigo senza problemi (attenzione solo a mescolarla bene prima dell'utilizzo).
Molti non lo amano, ma forse non ne hanno mai assaggiato una versione seria!

L'impasto va versato in stampi di ceramica, io in genere scelgo quelli piccoli perché lo considero esteticamente migliore servito in singole porzioni, ma potete anche scegliere uno stampo unico.
Come altezza dovreste tenervi intorno ai 3 centimetri, lasciate sempre almeno un centimetro dal bordo perché gonfia leggermente in cottura.
Consiglio sempre l'utilizzo di frutta di stagione ben matura e saporita, altrimenti il gusto potrebbe essere troppo delicato e insignificante.

Io lo servo tiepido, se è a temperatura ambiente lo ripasso in forno circa 3 minuti, lo cospargo leggermente di zucchero a velo e lo servo con una pallina di gelato (in genere lo faccio io, ma anche comprato va bene, basta che sia di qualità).

Anche da cotto si conserva tre giorni in frigorifero coperto da pellicola, riscaldatelo prima di servirlo.

Ingredienti per 8 stampi monoporzione da 10 cm Ø

ciliegie             40 circa

farina di mandorle   100 g
zucchero             100 g
farina”00” o “0”     30 g

panna                250 g
latte                100 g
uova                 100 g (circa 2)
kirsch               20 g (facoltativo, io ho usato il Maraschino)

Lavare le ciliegie, tagliarle a metà ed estrarre il nocciolo, facendo attenzione a non dimenticarne nessuno ;-). Vi consiglio di utilizzare dei guanti usa e getta.

Accendere il forno a 160°.
Mescolare la farina di mandorle, lo zucchero e la farina con una frusta.

In un altro recipiente mescolare la panna, il latte, le uova e il kirsch (potete ometterlo o sostituirlo con altro alcool a piacere).
Unire i due composti mescolando bene.

Versare la pastella negli stampi, lasciando un centimetro dal bordo; distribuire uniformemente le ciliegie, circa 10 metà ogni stampino.

Infornare a 160° per circa 30-35 minuti, i clafoutis devono essere dorati e cotti al centro.
Far intiepidire, cospargere di zucchero a velo e servire, eventualmente accompagnando con un gelato.

5 commenti:

  1. aaaahh, clafoutis! Io ho A-D-O-R-A-T-O la versione della Tartine Gourmande (quella del libro), ma a mio marito non entusiasma tanto... quindi in casa mia resta un dolce un po' trascurato. Le tue immagini mi fanno venir voglia di rifarlo però...

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    1. tra l'altro, in quella versione le ciliegie non andavano denocciolate...

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    2. Ne ho un'altra ricetta, posterò anche quella così poi le confrontiamo tutte!
      Onestamente non denocciolare le ciliegie lo trovo un delitto all'eleganza del clafoutis, tutti che sputano i noccioli nei piatti... no.
      E tu che ne pensi??

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    3. la Tartina diceva che secondo lei davano un aroma in più al dolce, come di mandorla, e forse chissà, è vero... a me sputar noccioli non dà alcun fastidio :-D ma è noto a tutti che io sono una di quei pessimi soggetti che mancano di pudore a tavola, di quelli che si strafocano senza problemi e tuffano la faccia nel millefoglie, quindi non faccio testo. Certo, se hai fatto il dolce per una cena "romantica" forse è meglio denocciolare, idem se lo vuoi far mangiare ai bambini, poi per il resto ognuno si regola da sè, mai essere integralisti in cucina!!

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