sabato 1 marzo 2014

Decalogo a puntate per sognatori di cucine 4

4.
In questo lavoro, più ore si fanno più si guadagna; ma non commettete l'errore di leggere i vostri contratti, perché le ore settimanali previste saranno esaurite in due o tre giorni e più avete posizioni importanti, peggio è.
E non pensate di arricchirvi spaccandovi la schiena nei ristoranti degli altri, è una pura illusione.



Spiegazione
Quando ho cominciato a viaggiare per lavoro, ero abituata a ritmi normali e a uno stipendio da fame, ero animata da grandi speranze nonché addirittura da sogni di gloria; nella mia testa aveva attecchito l'idea che all'estero sarebbe stato tutto più regolare, più serio e più entusiasmante che in Italia, ceeertooo!
Purtroppo ci capita spesso di svalutare e soprattutto sottovalutare il nostro paese.

La mia prima esperienza all'estero è stata una stagione estiva, che normalmente equivale a ritmi da pazzi e guadagni alti; con l' espressione “guadagni alti” non intendo dire arricchirsi, intendo vivere bene; il magnifico relais dove lavoravo si trovava disperso nella natura, ma ad appena un'ora e mezza di macchina dalla Costa Azzurra, quindi immaginatevi i miei giorni liberi! La settimana era terribile, ma mi bastava sentire il vento tra i capelli e l'odore del mare per dimenticare tutto, vivevamo alla giornata, lo stipendio mi permetteva un po' di fughe e di libertà, in più riuscivo a mettere da parte un po' di soldini.



Questi soldini sono spariti nel momento in cui, traumatizzata dai ritmi folli di lavoro a cui mi ero prestata, ho deciso di andare a vivere in una delle città più care del mondo lavorando solo nove ore al giorno. Fare nove ore al giorno nella ristorazione, agli occhi dei datori di lavoro, equivale più o meno ad un part time di quattro ore in un ufficio: lo stipendio viene di conseguenza, voi sarete sì più riposati fisicamente, ma se decidete di lavorare in una grande città, rischierete di andare a dormire sotto un ponte.



Per me è stata una bella doccia fredda, ma adesso so come funziona e ho smesso di credere nelle favolette ogni volta che cambio lavoro. Le frasi: “poi per i turni vediamo...” oppure “devi gestirti tu, siete in due, vedrete come fare...” ormai hanno su di me più o meno lo stesso effetto di quando a scuola passavano le unghie sulla lavagna.

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